La gestione di un contest musicale di ampia portata, gestito dall’associazione L’URLO – LIBERA ASSOCIAZIONE DI LIBERI MUSICISTI in collaborazione con Radio Rock 106.600 e che si avvale della partnership di diverse entità professionali del mondo della musica come MIDRIA, Exitwell, che coinvolge un grande numero di Live Club operativi con una programmazione stabile dedicata alla musica originale su tutto il territorio della provincia Romana (capitale compresa), ha messo in luce dei dati secondo me molto importanti e decisamente significativi rispetto al mondo del diritto d’autore. Per quanto il campione sia cospicuo ma non così vasto da ritenersi valido su scala nazionale si è evidenziato che la fiducia riposta verso la SIAE da chi si appresta alla creazione di musica con intenzioni professionali vacilla non poco in Italia. Su un totale di 77 band iscritte con provenienza in gran parte da Roma e dai Castelli Romani, ma con campioni provenienti da Torino, Terni, Latina, Perugia, Firenze, Viterbo, Rieti, Teramo solo un 30% scarso affida alla SIAE la tutela e la gestione dei proventi dei propri diritti d’autore. Per quanto riguarda la sola tutela ormai quasi il 13% del campione sceglie Patamu e la sua marcatura temporale gratuita mentre quasi il 4% si rivolge a Soundreef per curare la riscossione dei propri proventi derivati dall’attività live. Ancora un 4% circa chiede all’estero i servizi che in Italia fornisce SIAE grazie ad un monopolio ormai superato da tutti i punti di vista. Il dato più importante è che il 45,5% dei musicisti (in totale oltre 300) ritiene di poter affrontare in modo autonomo la gestione del proprio diritto d’autore, come prevede la legge 633/1941, senza delegare alcuna società o ente a porsi da intermediario. Siamo sulla strada del libero mercato? La musica spera di sì.
Totale band: 77 (100%)
SIAE: 29,9%
SIAE cautelativo senza riscossione di diritti: 3,9%
Società straniere (Stim; Prs; Sgae): 3,9%
Soundreef: 3,9%
Patamu: 12,9%
Autonomi: 45,5%