Archivi categoria: Recensioni di uno stronzo qualunque.

Musica forzata e subliminale. Storie di thespaciti, tori e pulcini pii che non avremmo alcuna voglia di farci raccontare.

babyK

Sono strastufo della vostra musica subliminale, dei ritornelli tormentone, degli incisi che ti ritrovi a cantarli nonostante li odi, dalle lambade ai despaciti.

Perché devo ritrovarmi a muovere le labbra al ritmo di sottoalsolesottoalsole diriccionediriccione, perché cercate di imprimermi una canzone che non significa niente? Qual’è lo scopo, il disegno superiore? I soldi dei download, delle vendite, delle ospitate? Ma un po’ di sana voglia di lavorare no??

Qual’è la mente malata che si è messa a studiare questo meccanismo osceno per il quale io debba necessariamente farmi ipnotizzare da alcuna musica senza senso, senza messaggio, senza armonia e melodia, spesso addirittura senza ritmo. Cosa trae la società dai miei movimenti labiali conquistati con l’inganno e la prepotenza con l’ipnosi da ascolto forzato? E non mi dite che uno può evitare di ascoltare, io ci provo, ci riesco per mesi, ma il martellamento mediatico sta lì ad aspettare lo spiraglio di luce per entrarti dentro, dal bar all’Eurospin, dalla fila in banca al distributore di benzina. Come faccio ad evitare i vostri attacchi? E’ una lotta impari, di violenza che non vi si può ricambiare! Siete da denuncia per stalking, per violenza privata, per violazione della privacy!!! IO NON VI VOGLIO SENTIRE! FATE QUELLO CHE CAZZO VI PARE! GOVERNATE IL MONDO AL RITMO DEL PULCINO PIO, MA NON ROMPETE I COGLIONI A CHI ONESTAMENTE E SINCERAMENTE NON VUOLE FAR PARTE DEL VOSTRO GIOCO!!! ANDATEVENEAFFANCULOOOOO!!!

Ecco, mo’ ve l’ho detto.

Bella.

 

P.S. Qualcuno sa dirmi chi cazzo è Baby K?


Pamplona: Fabri Fibra feat. Thegiornalisti

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Frame dal video di Pamplona

Pamplona di Fabri Fibra coi Thegiornalisti è di una banalità disarmante. Rime scontatissime, consonanze abusate, concetti triti e ritriti. Puzza di quei discorsi che si fanno due che si incontrano al bar, che se è lunedì cominciano con Totti, se è nuvoloso col tempo e se è ora di pranzo con la fame.

Bella.

 


Baustelle: Amanda Lear – recensione

Oh rega’, io vi ho voluto un sacco bene, lo sapete… ma che due palle gli anni ottanta.

Bella.


Le Luci Della Centrale Elettrica: Stelle Marine – recensione

Di Vasco Brondi ci sono cose che si possono prendere in giro, non per ultima quella dizione/cadenza che ricorda lontanamente una prima gattonissima Valeria Marini, qualche etto di ritocchi fa. Così a questa canzone mi ero avvicinato con quel leggero ghigno per scriverne male, cercando di non capirla quasi perché facesse più fico che farlo, così l’arpeggio iniziale non  mi risultava starci dentro con la melodia vocale, ancor peggio all’ingresso delle percussioni tribali. Andando avanti di poco nell’ascolto però tutto ha preso un andamento molto “quadrato” e definito di cose diverse che viaggiano insieme con lo stesso passo. Una migrazione musicale di suoni normalmente impensabili da avvicinare che si stanno di fianco mantenendo la stessa andatura con naturalezza, come in fila allo sbarco di una nave che ha raccolto gente da tutto il mondo. “L’acqua si impara dalla sete”, giusto, “la terra dagli oceani attraversati”, cazzo se è vero, “la pace dai racconti di battaglia”… Al ritornello mi sono convinto di stare ascoltando una gran bella canzone, che rimane in testa il giusto per far riflettere, attuale, ma di quell’attualità trattata con poesia, pure che se piangi non ti si arrugginisce niente. E quando ho visto quella festa colorata di danze tribali fuori la stazione e c’era quel bambino appena nato ho notato le sue mani e mi sono commosso.

Non credo che riuscirò più a vedere una stella marina senza pensare a quelle mani.

Bella.

 

(P.S. Sì, lo so che il testo è tratto da una poesia di Emily Dickinson, ma tu ce l’hai messa in una canzone?)


The Castaway: Blank Pages – recensione

The Castaway, pseudonimo artistico di Luca Frugoni, giovane nostrana speranza approdata al cantautorato folk da una strada che ha attraversato anche il Metal e del quale si porta dietro molta della grinta che lo caratterizza. Voce strepitosa alla quale questa prima registrazione fa giustizia solo in parte, probabilmente per stabilire un compromesso con l’internazionalità che il genere e la lingua inglese richiedono, con l’uso di effetti secondo me “penalizzanti” rispetto all’originale (andatevi a sentire qualcosa chitarra e voce e mi capirete). Comunque prodotto a mio avviso rispettabilissimo, ben fatto ed arrangiato, dall’ingresso dell’elettrica stoppata che rimette in riga gli arpeggi e i pizzichi agli interventi di archi tirati, semplici ma perfetti per ristabilire la calma e poter ricominciare a dialogare con l’ascoltatore. insomma, ottima prima prova se l’intento è quello di usarla come trampolino di lancio per un lavoro su un disco che suoni più “vero” nell’uso delle voci. Del video che dire, ben fatto, buona qualità di immagini, il livello onirico e reale sembrano rincorrersi in un montaggio abbastanza credibile. Certo, in questo momento storico inizia ad essere un po’ abusato questo naturalismo di boschi, laghi, tramonti e flanella, ma magari sono io che di video ne vedo troppi. A discolpa c’è da dire che in quanto a flanella Luca Frugoni aka The Castaway ne abusa pure nella vita!

Aspetto news con fiducia e speranza, e perché no, anche con un po’ di orgoglio tutto “castellano”.

Bella.