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La SIAE colpisce ancora: l’equo compenso ed alcuni legittimi dubbi

“Gentile Associato,

la SIAE, grande baluardo della cultura italiana, sta cercando di ottenere l’aggiornamento, fissato per legge, dei compensi per la copia privata, scaduta già da tredici mesi. Pochi giorni fa, il Parlamento Europeo ha approvato il rapporto dell’europarlamentare Françoise Castex, confermando la validità dell’istituto della copia privata, il compenso a favore dei creatori delle opere dell’ingegno e dei produttori di contenuti. In Italia, la scorsa settimana, più di 500 autori, registi, artisti e uomini di spettacolo hanno firmato una petizione che chiede al Ministro di fissare l’equo compenso per la copia privata e di tutelare il lavoro degli autori.

Vorremo anche il tuo assenso per questa battaglia giusta e necessaria e ti invitiamo a firmare la suddetta petizione accedendo al Portale Associati:

Gino Paoli ”

Questa lettera è pervenuta a diversi associati SIAE tra i miei contatti nella giornata di ieri (5 Marzo), una contropetizione a favore dei pochi eletti baciati dal dono del diritto d’autore tra i molti iscritti in SIAE, dove sappiamo che oltre il 70 % non copre neanche le quote annuali. Ora io mi sono sempre occupato di questioni inerenti alla SIAE ma non mi sono mai espresso sull’equo compenso e sul suo “aggiornamento” (ricordatevi questa parola), cosa invece fatta da sempre e molto bene da molti altri tra cui l’avv. Guido Scorza ( http://www.guidoscorza.it/?p=4385 ) che ne ha saputo dimostrare da sempre la poca liceità ed ha saputo conti alla mano dimostrare che l’aggiornamento dei diritti per equo compenso in Italia comporterebbe introiti per circa 200 milioni di euro alla SIAE, alla faccia dei compensi per copia privata dell’Europa che ammontano in totale (23 paesi su 28 in qanto non vige in tutti gli stati) a 600 milioni. La cosa peggiore e che meno giustifico è il fatto che la SIAE voglia far passare questo come un aumento rivolto ESCLUSIVAMENTE ai produttori di supporti e apparecchi (telefonini, pc, tablet…) in barba ad ogni più elementare legge di mercato che prevede per ogni aumento dei costi di produzione un aumento dei costi di vendita, quindi a carico ESCLUSIVAMENTE del consumatore finale. Ossia, compro un telefono con la sua bella memoria in giga e l’attacco per le cuffie e devo pagare un bel po’ di quattrini alla SIAE per la mia possibilità di scaricare musica, indipendentemente se lo faccio o meno, e questo già esiste, perché badate bene, si parla di “aggiornamento”, non di introduzione (eccoci). Un’imposizione del genere sarebbe da eliminare e la SIAE indice una petizione per farla lievitare!!! Continua a leggere