
Primo Levi (Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987)
Volevo scrivere delle parole su questa giornata della memoria, volevo scrivere del fatto che più ci allontaniamo nel tempo e più si rischia di dimenticare la più grande tragedia di tutti i tempi che ha riguardato l’umanità… Le parole migliori per chiedermi di ricordare le ho trovate poco più che bambino in fondo a questa poesia. E mi hanno graffiato ben bene il cuore, com’era giusto che fosse…
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
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27 gennaio 2012 at 12:46
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