C’è chi per riconoscere la bellezza di uno sguardo ha bisogno di averlo addosso, e fa della distanza il suo dimenticare. Chi non ritrova una carezza lontana dalla sua guancia perché le sue emozioni non durano al di fuori dei gesti. C’è invece chi il valore vero delle cose lo capisce dalla loro mancanza, perché quando le ha vicine non ci fa caso, perché a volte sembrano così normali e scontate che perdono la loro essenza di straordinarietà, come il bacio di una madre… Io ritengo semplicemente che la distanza dia il vero valore alle cose, come stare con gli occhi su un quadro, così vicino da poter distinguere le singole pennellate senza capirne il soggetto, poi allontanarsi e dare un senso a quei tratti di colore. Se il quadro vale poco sarà un bene dimenticare, e lo farai in fretta, se vale molto acquisterà nell’assenza una specie di eternità. Questo purtroppo comporta che la percezione esatta della dimensione di qualsiasi tipo di sentimento arriva quasi sempre in ritardo, ma è un male minore rispetto all’incoscienza. Proprio per questo io continuo a fidarmi delle distanze, e traggo ispirazione dalle assenze.
A mia nonna.
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Foto: “Solo et Pensoso” di Sofia Bucci
(Sofia Bucci on Flickr – http://www.flickr.com/photos/sofiabucci/)
13 dicembre 2011 at 08:48
E poi c’è anche chi il quadro ce l’ha vicino per una vita e, dopo averlo visto da lontano e anche da media distanza, lo apprezza avendolo vicino vicino, fino a quando non gli mancherà….per sempre!
Non sempre bisogna perdere qualcosa per apprezzarla.
A volte purtroppo è così ma in altre, per fortuna, no!
Per esempio questo blog e il suo autore li apprezzo da vicino e da lontano senza perderli 😉
13 dicembre 2011 at 08:51
P.S.: se posso azzardare una colonna sonora……
“E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani”
13 dicembre 2011 at 08:56
P.P.S.: tua Nonna è orgogliosa di te ma già prima di questo post……
13 gennaio 2012 at 00:54
E’ il passaggio dalla percezione di assenza alla percezione di essenza che muta il sentire. Ma prima di diventare così saggia mi cullerò ancora un po’ nella tristezza del ricordo di chi manca da troppo. Ciao Andrea.
1 aprile 2012 at 17:42
complimenti. Davvero un bel post!! E come sai gia….abbiamo qualcosa in comune.
2 aprile 2012 at 14:33
Smile con l’occhietto.